Il bio-Gigi

La mia presunzione mi porta a raccontare un episodio: una volta, a Pavia, l'istituto d'Adriano riceveva la visita di Joshua Lederberg, successivamente premiato Nobel. Pranzammo assieme in una trattoria in riva dell'Adda e Lederberg disse:
"Is your friend Medical Doctor?"
"No" dissi, "I'm a chemical engineer."
"For being a chemical engineer, he understands pretty well of medical research."
Lo considerai come la designazione di un Nobel!
Lederberg, Professore alla Rockfeller University, New York era a sua maniera geniale alle conferenze scientifiche. Stava in ultima fila, dove passeggiava dando l'impressione di essere completamente distratto e poi, aperta la discussione, egli poneva una domanda inchiodandolo!
Joshua Lederberg era tra gli eminenti personaggi del mondo scientifico.
Luigi Silvestri, Livio Zeller, Giancarlo Reda, Giorgio Segre, Mauro Barni, nel 1969 in un dibattito presso "L'Espresso"

Furono gli anni felici, grazie al cervello di Giovanni Magni e del 'Biogigi' (Professor Luigi Silvestri).
Cominciò una carriera folgorante, che mi portò ad essere Vicepresidente della società. Avvenne che il Dr Carrara, andando a visitare a San Francisco, California, una ditta che vendeva grossi fermentatori, mise la testa dentro un fermentatore e il coperchio gli cadde sul cranio. Egli fu così fuori gioco che la sua disgrazia influenzò la mia carriera. Infatti, fui nominato Direttore Centrale Ricerca e Sviluppo.
Assunsi Biogigi dall'Istituto Superiore di Sanità a Roma dietro suggerimento di Nicolò Visconti di Modrone. Biogigi abitava in Brera, e passava le sue notti al bar Jamaica dalla nonna Nina.
Quando dovevo convocare le riunioni di ricerca alla Lepetit alla Bovisa dicevo sempre alla mia segretaria:
"Svegli il Prof. Silvestri perché la riunione è per le 11:30." (organizzata alle 11:30 per adeguarmi alla sua vita notturna). Il Biogigi arrivava e, con gran dispetto dei miei collaboratori, interveniva per dare le soluzioni più sagge ai problemi della ricerca.
Quando Cyanamid ci fece causa in Israele per aver violato i suoi brevetti sulla tetraciclina, andammo a Tel-Aviv. Assumemmo l'avvocato Seligsohn.
La corte di giustizia si trovava a Jaffa, alle porte di Tel-Aviv. L'avvocato Seligsohn ci condusse in una macchina sgangherata, al punto che sembrava che il sedere strisciasse l'asfalto.
Come consulente, chiamammo anche Nicolò Visconti; alla chiusura delle udienze, e ancora ignari del risultato che ci avrebbe visto sconfitti, andammo a festeggiare per avere un momento di relax in un night club di Tel-Aviv, dove la figlia di un Rabbino era la stripteaser.
Dopo la sua esibizione entrarono gli americani; nello stesso nightclub chiesi al padrone del night se la stripteaser poteva prodursi una seconda volta.
"Sì" rispose. "Naturalmente pagando."
"How much will it cost us?"
"50 dollari."
Io non avevo 50 dollari in tasca e li chiesi al Biogigi che li aveva conservati per andare in Casino, però dissi:
"Ok, 50 dollars, but she'll put an apron which I will prepare."
"Can you give us a tablecloth?" e su di esso scrivemmo: 'with the compliments of Lepetit'.
Gli americani ci guardavano allibiti perché non avevano evidentemente il 'sense of humour'.
Fu così che Biogigi andò a secco.

Il Biogigi era molto brutto di faccia, e questo tradiva la sua grande intelligenza. Si innamorava sempre di donne che lo rifiutavano e che, evidentemente non apprezzavano il suo alto I.Q.
Ritiratosi da Lepetit si fidanzò con una donna americana della F.A.O. Aveva comprato una villetta fuori Roma dove coltivò la sua gran passione di andare a cavallo, ma poi lo colse una paralisi alle gambe, e mi telefonò a Milano il Dr Glauco Valentini dell'Università di Roma che mi disse:
"Livio, vieni a Roma perché è successo qualcosa di terribile."
"Ma che cosa? "
"Vieni e vedrai. "
Andai a Roma e Glauco mi disse:
"Il Biogigi si è tolto la vita perché l'ultima gioia della sua vita, cavalcare, gli era stata proibita e, stoicamente, si è ucciso."
Era la fine degli anni 70, e il Biogigi aveva inventato il Lepetit Colloquium on Biology and Medicine

Idrogeno e setacci